The River continua a convincere, anche se saccheggiando idee un po' ovunque, dai film fino alla bibbia. Si, perché nel quarto episodio sulla Magus si abbatteranno due "piaghe": uccelli morti e insetti. Non molto originale, ma comunque di effetto. L'episodio parte dal ritrovamento di uno dei membri del'equipaggio di Emmet,il cameraman Jonas, impiccato ad un albero ma miracolosamente ancora vivo. Dopo le cure necessarie, Jonas si rivela per quello che è: un pericolo. Attraverso i vecchi filmati scopriamo che Jonas aveva disobbedito agli ordini di Cole e ripreso il rito funebre di un anziano membro di una tribù dell'Amazzonia, rito considerato sacro. Come in ogni episodio, a fiutare il pericolo è Jahel, ormai vero e proprio Oracolo per l'equipaggio.
A spaventarla questa volta è la leggenda de "El Colgado", cioè l'impiccato; un uomo accusato di aver rubato qualcosa di importante e per questo condannato alla morte. Nel caso specifico, Jonas avrebbe rubato, riprendendo la scena del funerale, l'anima del moribondo. La posta in gioco è alta e l'equipaggio per la prima volta si spacca.
La decisione è difficile: lasciare Jonas al suo destino oppure salvarlo e sfruttarlo per trovare Emmet. Una scelta che anche Cole aveva dovuto prendere, come ci mostra un video. Jonas, a questo punto, li libera dal dubbio e si impicca, dopo aver rotto il cellulare con il quale aveva registrato il video. Così, come per magia, l'anima dell'uomo si libera portandosi via la maledizione e salvando Jonas e la nave.
Insomma, un episodio che sfrutta elementi spesso abusati da cinema, tv e letteratura, ma mixati con sapienza. Non brillerà per originalità della trama, ma lo stile, il ritmo e soprattutto la regia rendono "The River" una delle cose più interessanti di questa stagione televisiva.
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