Sherlock Holmes è, senza dubbio, uno dei personaggi più interessanti della letteratura mondiale.
Leggendo i romanzi ed i racconti di Sir Arthur Conan Doyle, però, ci si rende conto di quanto le rappresentazioni fornite da cinema e tv del noto detective siano quantomeno imprecise. Oserei dire ridicole. Il cappellino con i paraorecchie, la lente di ingrandimento e la pipa hanno segnato l'immaginario collettivo. Almeno fino a quando non hanno iniziato a raccontarlo basandosi realmente sulle descrizioni fornite dall'autore nella sua produzione. Prima con la saga cinematografica firmata da Guy Ritchie, con le eccezionali interpretazioni di Robert Downey Jr. e Jude Law, e successivamente con la serie tv inglese.
E' proprio su quest'ultima che voglio soffermarmi. Sherlock è una serie televisiva britannica del 2010 liberamente tratta dalle opere di Sir Arthur Conan Doyle, creata da Steven Moffat e Mark Gatiss e interpretata da Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes) e Martin Freeman (John Watson). La serie per adesso conta due stagioni, entrambe composte da tre episodi di 90 minuti l'uno. Non è altro che la trasposizione del personaggio e delle sue avventure ai giorni nostri. Nonostante la differente ambientazione, però, i personaggi vengono descritti benissimo, in maniera estremamente fedele ai libri. Punto forte della serie è rappresentata, a mio avviso, dalla capacità di trascinare lo spettatore nell'universo di Holmes, con una scrittura di altissimo livello, una regia degna delle migliori produzioni cinematografiche contemporanee, ed un montaggio eccellente, capace di creare un forte senso di empatia e partecipazione. Molto bella la scelta di adattare i racconti più famosi senza stravolgere la trama originale. A volte, in effetti, sono i piccoli dettagli a fare la differenza. Ad esempio, il secondo episodio della seconda stagione è tratto dal celeberrimo "Il Mastino dei Baskerville".
La sottile differenza tra il racconto e l'episodio risiede proprio nel titolo: mentre il racconto è intitolato, in inglese, "The Hound of the Baskervilles", l'episodio si intitola "The Hound of Baskerville". Un articolo. Un semplice articolo fa la differenza. Nell'originale, infatti, il mistero del mastino del titolo (Hound) è collegato alla famiglia dei Baskerville; nella serie, invece, il mastino viene avvistato in una regione dell'Inghilterra denominata Baskerville. Un piccolo dettaglio, all'apparenza insignificante, ma che ha consentito agli autori di poterlo adattare ai nostri tempi conservandone la potenza narrativa.
Insomma, un prodotto di altissimo livello basato sul detective più famoso della storia.
Fortunatamente, stando alle dichiarazioni ufficiali rilasciate su Twitter da Steven Moffat, co-creatore della serie, ci sarà una terza stagione, a quanto pare commissionata dalla BBC insieme alla seconda. Andrà in onda presumibilmente all'inizio del 2013 in Inghilterra.
Quindi, se non l'avete ancora vista, affrettatevi. Non ve ne pentirete.
francesco ambrosino
bravo Francesco, complimenti per questa recensione. Chi non ama il mitico Sherlock Holmes?! non ho ancora avuto l'opportunità di gustarmi questa serie, spero di rimediare presto.
RispondiEliminaby Antonio