mercoledì 29 febbraio 2012

# FREE ROSSELLA URRU

Anche se il blog tratta argomenti diversi e decisamente più leggeri, oggi voglio aderire la Blogging Day per Rossella Urru, la cooperante italiana rapita insieme ai suoi colleghi spagnoli in Algeria. 


FREE ROSSELLA

lunedì 27 febbraio 2012

And the Oscar Goes to


Pronostici rispettati per la 84 edizione degli Academy Awards. Stravince il capolavoro francese "The Artist", ottenendo cinque importantissimi Oscar. Stesso di numero statuette anche per il film di Martin Scorsese "Hugo Cabret", ma per premi tecnici.

Riporto di seguito l'elenco completo dei premi assegnati:


MIGLIOR FILM: "The Artist" del regista francese Michel Hazanavicius con Jean Dujardin




MIGLIOR REGISTA: Michel  Hazanavicius  per "The Artist"




MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA: Meryl Streep per l'interpretazione in "The Iron Lady"



MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA: Jean Dujardin per l'interpretazione in "The Artist"


MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA: Octavia Spencer, per l'interpretazione in "The Help"
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA: Christopher Plummer per l'interpretazione in "Beginners"

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE: "Rango" di Gore Verbinski
MIGLIOR FOTOGRAFIA: Robert Richardson per "Hugo Cabret"
MIGLIORE SCENOGRAFIA: Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo per "Hugo Cabret"
MIGLIORI COSTUMI: Mark Bridges per "The Artist"
MIGLIOR DOCUMENTARIO: "Undefeated", TJ Martin, Dan Lindsay e Richard Middlemas 
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO: "Saving Face" di Daniel Junge e Sharmeen Obaid-Chinoy
MIGLIOR MONTAGGIO: Kirk Baxter e Angus Wall per "The Girl with the Dragon Tattoo" (Millennium - Uomini che odiano le donne)
MIGLIOR FILM STRANIERO: "A Separation"  film Iraniano diretto da Asghar Farhadi 
MIGLIOR TRUCCO: Mark Coulier e J. Roy Helland per "The Iron Lady"
MIGLIORE COLONNA SONORA: Ludovic Bource per "The Artist"
MIGLIORE CANZONE: "Man or Muppet" da "The Muppets", musica e parole di Bret McKenzie
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE: "The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore" di William Joyce e Brandon Oldenburg
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO: "The Shore" di Terry George e Oorlagh George
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO: Philip Stockton e Eugene Gearty per "Hugo Cabret"
MIGLIOR SONORO: Tom Fleischman e John Midgley per "Hugo Cabret"
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI: Rob Legato, Joss Williams, Ben Grossman e Alex Henning per "Hugo Cabret"
MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE: Woody Allen per "Midnight in Paris"
MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash per "The Descendants"

francesco ambrosino

mercoledì 22 febbraio 2012

Touch 1x01: Episodio Pilota

Qualche giorno fa è andata in onda, in anteprima mondiale, l'episodio pilota della nuova serie televisiva targata Fox. Si chiama "Touch"ed è stata creata da Tim Kring, autore di serie di successo come Heroes e Crossin Jordan. Protagonista è Kiefer Sutherland che, archiviata la pratica di 24, si prepara a conquistare i fan con questa nuova interpretazione.  


Velocemente la trama: Sutherland è Martin Bohm, ex giornalista che, dopo la morte della moglie durante gli attacchi terroristici dell'11 settembre, si ritrova solo a crescere il figlio undicenne, autistico e muto, con cui non riesce a comunicare. A cambiare la sua vita è la scoperta delle capacità possedute dal figlio che, grazie ad una sequenza di numeri,  riesce a vedere cose che nessun altro può vedere, e prevedere così eventi futuri. Grazie all'aiuto del professor Arthur DeWitt, interpretato dal grandissimo Danny Glover, e dell'assistente sociale Clea Hopkins, interpretata da Gugu Mbatha-RawMartin, deve decifrare le serie di numeri e le interconnessioni che hanno con altre persone nel mondo. 
Effettivamente, la serie tratta argomenti già abbondantemente sfruttati da cinema, tv e letteratura: il concetto di destino, le connessioni tra gli esseri umani, le doti di bambini autistici, ecc...Nonostante tutto, però, l'episodio pilota lascia intuire enormi potenzialità della serie, con innumerevoli possibili sviluppi. 
Purtroppo, dobbiamo aspettare ancora un mese per vedere gli episodi successivi, in onda a partire dal 20 Marzo in contemporaneo con gli States. 


Aspetteremo.

francesco ambrosino

Brit Awards 2012: And the Winner is

Ieri sera si sono svolte le premiazioni dei prestigiosi BRIT Awards, equivalente britannico dei Grammy. Anche qui, Adele ha ricevuto due importantissimi riconoscimenti, ottenendo il premio come "British Female Solo Artist" e quello come "MasterCard British Album of the Year".


Tra gli altri artisti premiati, i Coldplay si sono aggiudicati il premio come "British Group", Bruno Mars e Rihanna quello, rispettivamente, di "International Male Solo Artist" e International Female Solo Artist. 


Buon risultato anche per Ed Sheeran, vincitore di due premi, come "British Male Solo Artist" e "British Breakthrough Act". Dopo i premi vinti ai Grammy,  i Foo Fighters si aggiudicano  il premio come "International Group". Lana Del Rey è riuscita a zittire le critiche di chi, nelle scorse settimane, l'hanno definita un fenomeno passeggero e già in declino, ottenendo il premo come "International Breakthrough Act".
Da segnalare l'esibizione stellare dei Blur, premiati come "Outstanding Contribution to Music", in pratica un premio alla carriera che coincide con la loro Reunion. Doveroso.



francesco ambrosino

lunedì 20 febbraio 2012

Scusate il ritardo: Auguri Massimo



Dare una definizione di Massimo Troisi è impossibile. E' come cercare di definire la bellezza. Semplicemente non si può. Massimo, come la bellezza, si può solo ammirare. E' quello che ho fatto per buona parte della mia vita, e che continuo a fare. Ed è anche il motivo per il quale scrivo questo pezzo. Per rendergli un umilissimo omaggio. Quando rivedo un suo film, la Smorfia, oppure i suoi interventi nelle trasmissioni televisive, ho sempre una fitta forte al cuore. Lo guardo e mi rendo conto di quante emozioni ci siamo persi a causa della sua prematura scomparsa. Perchè lui non era solo un comico, un attore, un regista. Massimo Troisi era un poeta del sorriso. La sua voce, i suoi occhi, i suoi gesti raccontano sempre più delle sue parole. C'è sempre una serena nostalgia in lui, un disagio espresso con il sorriso. L'amore, l'amicizia, l'emarginazione, tutto passa attraverso la maschera che indossava, moderno Pulcinella. Come Eduardo De Filippo, Troisi aveva una sua filosofia che, come un filo, legava tutti gli elementi, senza lasciare niente al caso. Anche quando sembrava spontaneo, anche quando improvvisava, ti rendi conto che non era solo un momento di genialità, ma un modo di essere e pensare che non è possibile ritrovare. Come ha detto Benigni nella poesia che gli ha dedicato, << Morto un Troisi non se ne fa un altro >>


Sono cresciuto con i suoi film, e li porto sempre con me, come una esperienza vissuta. Non potevo non fargli gli auguri, anche se il giorno dopo il suo compleanno. Beh...come avrebbe detto lui...Scusate il ritardo.

francesco ambrosino

Fringe 4x13: I know is you



Nell'episodio 13 della quarta stagione di Fringe, intitolato "A better Human Being", la trama si infittisce. Infatti, mentre la Fringe Division segue il caso di un ragazzo collegato telepaticamente ad un gruppo di assassini, l'evoluzione di Olivia prosegue. I ricordi ormai sono affiorati completamente, creando non poca confusione in lei e in Peter. Ovviamente, non posso raccontare altro per non rovinarvi la sorpresa. Mi limiterò a riportare le parole di Peter, che meglio di tante altre possono raccontare quello che sta succedendo. Seduti in macchina, Peter guarda Olivia negli occhi e le dice: <<I know is you!>>.
Non contenti di questo colpo di scena, gli autori ne regalano un altro paio nel finale, che lasciano a boca aperta.


francesco ambrosino

sabato 18 febbraio 2012

Sanremo: La musica non basta. Ascolti in calo


La serata di ieri del Festival ha registrato un netto calo di ascolti rispetto alle precedenti ed ora si spera nell'intervento di Adriano Celentano. Il clima è teso, con il direttore generale della Rai Lorenza Lei a vigilare sulla condotta del molleggiato, difeso ad oltranza dal direttore artistico Mazzi. La musica e la leggerezza, insomma, non bastano a fare audience. Infatti, la serata di ieri è stata un classico susseguirsi di cantanti in gara,  intervallati da qualche siparietto comico di Rocco Papaleo, a mio avviso vero valore aggiunto di questa edizione. I big rimasti in gara si sono esibiti con il proprio brano in concorso duettando con altri cantanti e musicisti. 


Grande polemiche si sono registrate attorno all'esibizione, palesemente in playback, di Gigi D'Alessio e Loredana Bertè, che hanno presentato una versione remix del brano in collaborazione con il dj Fargetta.  
Dopo l'eliminazione dalla gara della Civello e dei Matia Bazaz, la serata ha visto la vittoria tra i giovani del quindicenne Casillo. 
Ospiti della serata la teenband inglese One Direction, e  il comico ed attore napoletano Alessandro Siani, che è riuscito a regalare qualche minuto di divertimento e, nella parte finale del monologo, di commozione.


Grande attesa per Celentano, quindi. Nella speranza che la sua presenza possa far "schizzare" gli ascolti, decisamente inferiori alla scorsa edizione.

francesco ambrosino

venerdì 17 febbraio 2012

Sanremo: Operazione "Viva l'Italia" riuscita



Ieri 16 febbraio la serata del festival è stata un successo. E non solo in termini di ascolti, con una media di 10 milioni di spettatori, ma anche in termini di qualità. Si, perché sul palco del Teatro Ariston si è visto un grande spettacolo. La serata è stata pensata come un tributo all'Italia, attraverso canzoni italiane diventate famose all'estero. Così, grazie a questa geniale intuizione, si sono visti sul palco artisti del calibro di Goran Bregovich, Skye, Gary Go, José Feliciano, Shaggy, Al Jarreau, Sarah Jane Morris, Macy Gray, Noa, Brian May. Ma il momento migliore della sera, e con ogni probabilità dell'intero Festival, è stata l'esibizione, accompagnata dai Marlene Kuntz, della sacerdotessa Patti Smith. L'icona rock ha cantato con il gruppo di Cristiano Godano il pezzo dei PFM "Impressioni di settembre", mixato con la sua versione in inglese "The World Became the World", e "Because the night", pezzo scritto dalla Smith con il "boss" Bruce Springsteen. 


L'esibizione è valsa alla band torinese il premio assegnato dai giornalisti della sala stampa. Un ottimo esempio di televisione di qualità, oltre che di grande musica. 
Nonostante la presenza di tutte queste star, gli ascolti non hanno eguagliato le vette dell'anno scorso raggiunte durante l'intervento di Roberto Benigni. Ma, si sa, il Roberto nazionale non si batte. Ovviamente, non c'è paragono e i due momenti non si annullano a vicenda. Anzi, da ieri ne abbiamo un altro da conservare gelosamente in archivio.

francesco ambrosino

giovedì 16 febbraio 2012

Henry finalmente nelle sale


Sono quasi sei anni che aspetto di vederlo. Da quando, durante un workshop con il regista del film, Alessandro Piva, presso l'Università di Salerno, ho avuto la possibilità di leggere la prima stesura della sceneggiatura. E ne rimasi affascinato. Una storia diversa, raccontata in maniera nuova, almeno per il pubblico italiano. Da allora Piva ha dovuto affrontare innumerevoli difficoltà produttive per realizzare il film, senza però avere la possibilità di vederlo in sala sul grande schermo. Nonostante la partecipazione al Torino Film Festival del 2010, dove ha conseguito il Premio del Pubblico.
Ma alla fine i suoi sforzi sono stati premiati. Finalmente il 2 marzo uscirà nelle sale, distribuito dalla Iris Film. Ma vediamo un po' di cosa parla questo film. Henry è liberamente tratto dal romanzo omonimo di Giovanni Mastrangelo. La storia è ambientata a Roma. Non la solita Roma, quella da cartolina per intenderci, ma la Roma della malavita, delle gang mafiose, degli spacciatori africani, dei tossici, dell'eroina. Un indagine della polizia su un duplice omicidio ci condurrà negli angoli nascosti e malfamati della città, in un universo decisamente pulp, popolato da personaggi variopinti e bizzarri. 


Il film ha un cast di tutto rispetto, potendo vantare la partecipazione di alcuni dei più quotati attori italiani, tra cui Carolina Crescentini, Claudio Gioè, Pietro de Silva, Paolo Sassanelli e Dino Abbrescia. Insomma, questo film ha tutti i numeri per diventare un cult. Cercatelo nelle sale delle vostre zone e andatelo a vedere. Poi fatemi sapere. 

Visitate il sito della Seminal Film. Oppure seguite la pagina su FB

francesco ambrosino

mercoledì 15 febbraio 2012

New Girl: Interactive Music Video


New Girl è una serie televisiva statunitense del 2011, con protagonista Zooey Deschanel. La serie è attualmente in onda in Italia il mercoledì in seconda serata su Fox e sta riscuotendo un buon successo. La serie racconta la storia di Jess, una ragazza un po' stramba che dopo essere stata mollata dal fidanzato si trasferisce in un Loft già abitato da tre ragazzi. La serie è molto divertente, e rappresenta un ottimo modo per passare una mezz'oretta in allegria. 
Negli Usa, per pubblicizzare la serie hanno realizzato dei video musicali interattivi. Durante il video si ha la possibilità di scegliere quello che succederà, cliccando una delle opzioni disponibili. Sono molto divertenti, ed è anche un modo diverso di pubblicizzare un prodotto. 

Per visualizzare i video e divertirsi un po' basta andare sul sito americano della Fox cliccando qui.

francesco ambrosino

martedì 14 febbraio 2012

J-AX: un Outsider del Main-stream


Quasi 500.000 Like su FB, 58.281 Follower, più di 12 Milioni di visualizzazioni totali su Youtube, 3 dischi d'oro e uno di platino da solista. Numeri da capogiro per uno dei più famosi cantanti e cantautori italiani. 
Ovviamente sto parlando di J-AX, ex leader degli Articolo 31, che nel 2006 esordisce con il suo primo album da solista "Di Sana Pianta" ottenendo un enorme successo, grazie ai suoi 17 pezzi, tutti potenziali Hit. 


Il successo continua negli anni successivi, durante i quali pubblica 4 album, un cofanetto contenente i due album "Deca Dance" e "Rap 'n' Roll", e il progetto "I due di picche" in collaborazione con Neffa . In venti anni di carriera, J-AX ha visto attribuirsi svariate etichette, che ha puntualmente respinto. Come dice nel suo pezzo S.N.O.B. "Io non sono rock, io non sono Hip hop, mi odiano i puristi sono troppo pop, vendo troppi dischi per chi scrive sui blog, non frequento artisti sono uno snob". 
Come pochi altri in Italia ha saputo interpretare i cambiamenti del nostro tempo, dando voce ai giovani, agli emarginati, ai nerd, agli sfigati, senza mai porgere una spalla sulla quale piangere, ma spronandoli a reagire. 
Nei suoi pezzi affronta tematiche differenti, dall'infanzia alla maturità, dalla leggerezza del vivere alla difficoltà di sopravvivere, dall'esclusione sociale alla conquista del proprio posto nel mondo. 
Tutto questo senza mai rintanarsi in una nicchia di mercato, riuscendo ad essere un Outsider del Main-stream. 


Ovviamente, non mancano mai i detrattori e i critici, quelli che lo considera finto, costruito, un cantante pop che racconta banalità. 
Beh, a volte forse è meglio essere banali ed efficaci che alti ed inconcludenti. E poi, citando Ryan Bingham, alias George Clooney nel film di Jason Reitman "Tra le Nuvole": 

<< Sono come mia madre...uso gli stereotipi...si fa prima !>> 

  francesco ambrosino

lunedì 13 febbraio 2012

Fringe 4x12: State alla larga da Westfield

Se capitate nel Vermont Meridionale state alla larga dalla cittadina di Westfield. E' solo un consiglio, ma vi conviene seguirlo. Altrimenti, vi ritroverete immersi in una ambientazione stile Silent Hill. Bloccati in una cittadina dalla quale è impossibile scappare e dove gli abitanti impazziscono e diventano violenti. Se proprio non siete riusciti ad evitare la cittadina, allora procuratevi uno scuolabus degli anni 70 e recatevi al negozio di bici tra la Cyper e la Quimby. Quello è l'occhio del ciclone. 
Non preoccupatevi, non sono pazzo. E' solo la trama dell'episodio 12 della quarta stagione di Fringe, andato in onda venerdì negli USA. 
Peter, Walter e Olivia si ritrovano bloccati in questa cittadina, scelta, non si sa perché, da Jones per la fase uno: unire e distruggere i due universi. 



Un episodio da non perdere, anche perché Olivia fa un sogno e nel finale...beh...non posso svelare altro...guardate l'episodio e lo scoprirete.

#Congrats to Adele

Grammy a senso unico. L'edizione 2012 del prestigioso premio musicale ha visto trionfare la fenomenale cantante inglese Adele. 


Ha vinto in ogni categoria nella quale era stata candidata direttamente. Sei premi, e non secondari:

  1. Record of the Year: Rolling in The Deep;
  2. Album of the Year: 21;
  3. Song of the year: Rolling in The Deep;
  4. Best Pop Solo Performance: Someone Like you;
  5. Best Pop Vocal Album: 21;
  6. Best Short Form Music Video: Rolling in The Deep;
Un vero trionfo per Adele, che ha così eguagliato il record di Beyoncè del 2010. Sono passati ormai quattro anni dal suo debutto sulla scena mondiale con il singolo Chasing Pavements, contenuto nell'album 19. L'esplosione poi con l'album 21, con il quale ha ottenuto un successo  planetario, conquistato primi posti in classifica, premi e riconoscimenti vari.  E' considerata, a tutti gli effetti, una delle più importanti esponenti del "white soul". 




Insomma, un successo quello dei Grammy che non giunge inaspettato. A lasciare sorpresi, invece, è vedere Lady Gaga e Rihanna andare via a mani vuote. Ovviamente, questo risultato non scalfisce minimamente il suo successo mondiale. 

Buon risultato anche per i Foo Fighters, la band fondata nel 1994 dell'ex batterista dei Nirvana Dave Grohl, consacrati band Rock dell'anno. 


Cinque i premi per loro, Best Rock Performance e Best Rock Song con il brano "Walk, Best Hard Rock/Metal Performance con il pezzo "White Limo", Best Rock Album con "Wasting Light" e Best Long Form Music Video con "Foo Fighters: Back And Forth". 

Tanta commozione in questa edizione dei Grammy, con il ricordo a Whitney Houston ed il premio postumo a Amy Winehouse per il duetto con Tony Bennet con "Body and Soul". 


francesco ambrosino

sabato 11 febbraio 2012

Sherlock: dalla penna alla pellicola

Sherlock Holmes è, senza dubbio, uno dei personaggi più interessanti della letteratura mondiale. 


Leggendo i romanzi ed i racconti di Sir Arthur Conan Doyle, però, ci si rende conto di quanto le rappresentazioni fornite da cinema e tv del noto detective siano quantomeno imprecise. Oserei dire ridicole. Il cappellino con i paraorecchie, la lente di ingrandimento e la pipa hanno segnato l'immaginario collettivo. Almeno fino a quando non hanno iniziato a raccontarlo basandosi realmente sulle descrizioni fornite dall'autore nella sua produzione. Prima con la saga cinematografica firmata da Guy Ritchie, con le eccezionali interpretazioni di Robert Downey Jr. e Jude Law, e successivamente con la serie tv inglese. 


E' proprio su quest'ultima che voglio soffermarmi. Sherlock è una serie televisiva britannica del 2010 liberamente tratta dalle opere di Sir Arthur Conan Doyle, creata da Steven Moffat e Mark Gatiss e interpretata da Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes) e Martin Freeman (John Watson). La serie per adesso conta due stagioni, entrambe composte da tre episodi di 90 minuti l'uno. Non è altro che la trasposizione del personaggio e delle sue avventure ai giorni nostri. Nonostante la differente ambientazione, però, i personaggi vengono descritti benissimo, in maniera estremamente fedele ai libri. Punto forte della serie è rappresentata, a mio avviso, dalla capacità di trascinare lo spettatore nell'universo di Holmes, con una scrittura di altissimo livello, una regia degna delle migliori produzioni cinematografiche contemporanee, ed un montaggio eccellente, capace di creare un forte senso di empatia e partecipazione. Molto bella la scelta di adattare i racconti più famosi senza stravolgere la trama originale. A volte, in effetti, sono i piccoli dettagli a fare la differenza. Ad esempio, il secondo episodio della seconda stagione è tratto dal celeberrimo "Il Mastino dei Baskerville". 


La sottile differenza tra il racconto e l'episodio risiede proprio nel titolo: mentre il racconto è intitolato, in inglese, "The Hound of the Baskervilles", l'episodio si intitola "The Hound of Baskerville". Un articolo. Un semplice articolo fa la differenza. Nell'originale, infatti, il mistero del mastino del titolo (Hound) è collegato alla famiglia dei Baskerville; nella serie, invece, il mastino viene avvistato in una regione dell'Inghilterra denominata Baskerville. Un piccolo dettaglio, all'apparenza insignificante, ma che ha consentito agli autori di poterlo adattare ai nostri tempi conservandone la potenza narrativa. 
Insomma, un prodotto di altissimo livello basato sul detective più famoso della storia. 
Fortunatamente, stando alle dichiarazioni ufficiali rilasciate su Twitter da Steven Moffat, co-creatore della serie, ci sarà una terza stagione, a quanto pare commissionata dalla BBC insieme alla seconda. Andrà in onda presumibilmente all'inizio del 2013 in Inghilterra. 

Quindi, se non l'avete ancora vista, affrettatevi. Non ve ne pentirete.

francesco ambrosino

giovedì 9 febbraio 2012

Recensione di "L'Onda"


Mettendo in ordine i file sul mio Pc ho trovato questa recensione scritta un paio di anni fa. Ve la ripropongo e consiglio a tutti questo film. 

E' possibile oggi ricreare le condizioni per l'instaurazione di un regime dittatoriale?
Parte da questo quesito l'inquietante film L' Onda , diretto dal regista tedesco Dennis Gansel.





Ambientato in una cittadina tedesca, il film narra le vicende di un professore di educazione fisica, Rainer Wenger, allenatore della squadra di pallavolo con un passato da anarchico. Durante la settimana di lezioni a tema (esperimento da inserire anche nelle nostre scuole), vengono organizzati due corsi su argomenti opposti: Anarchia e Autarchia. Nonostante le insistenze, al prof. Wenger viene assegnato il corso sull'autarchia. Durante la prima lezione, il dibattito spinge i ragazzi a dichiarare l'impossibilità dell'instaurazione di un nuovo regime autoritario, visti gli effetti prodotti dal nazismo. Allora, il prof. Wenger li convince a prendere parte ad un esperimento: costruire dal basso un movimento autarchico. Disciplina, regole, solidarietà, simboli. Sono questi gli elementi principali. Inizia così il percorso de L' Onda . Prima mossa: scegliere il leader. La scelta è scontata: il prof. Wenger, ora “Herr Wenger”. Secondo punto: la divisa. Un abbigliamento comune identifica un gruppo. Camicia bianca e jeans. Ad un vero movimento, poi, non può mancare un simbolo: l'onda, appunto. All'inizio è solo un gioco, un esperimento. Ma, in poco tempo, diventa un fenomeno sociale. I membri de L' Onda si lasciano prendere un po' troppo la mano. Tappezzano la città di graffiti ed adesivi con il logo del movimento, organizzano feste alla quali possono partecipare solo i “soci”, impediscono l'ingresso in palestra agli studenti. Se un ragazzo viene deriso da altri studenti, i membri lo difendono. Ora sono un gruppo. Tutti sono importanti e nessuno è solo. Ma non basta. In poco tempo, complici i social network e internet, L' Onda cresce sempre di più, per travolgere tutto.
Ovviamente, come in ogni storia che si rispetti, la trama si complica. Uno dei ragazzi, frustrato e mentalmente deviato, prende un po' troppo seriamente l'esperimento. Gira armato, indossa mimetiche e si auto-nomina guardia del corpo di “Herr Wenger”. Ma il prof. non si preoccupa più di tanto. Ha fiducia nei suoi ragazzi. Infondo è solo un esperimento.
Purtroppo, le cose non saranno così semplici. L' Onda ormai è diventata un vero “cavallone”, e rischia davvero di travolgere tutto. Se ne accorgono due studentesse. Ma i loro sforzi sono inutili.
La tensione sale, fino ad esplodere con violenza durante una partita di pallanuoto. E' arrivato il momento di fermare l'esperimento. Ma, ormai, è troppo tardi.
L' Onda ci mostra che ogni movimento estremista parte dal basso, dal disagio sociale, dalla crisi economica, dalla paura, dalla solitudine, che ci si unisce per essere più forti e che l'indottrinamento di un popolo non è impossibile. La storia, infondo, insegna.   

Spero vi sia piaciuta. 

Francesco Ambrosino

Fringe 4x11: Finalmente Astrid

Nell'episodio 11 della quarta stagione di Fringe finalmente l'obiettivo è puntato su Astrid, l'assistente di Walter Bishop. Nel corso delle quattro stagioni della serie abbiamo imparato a conoscere sempre meglio tutti i personaggi principali. Tutti tranne Astrid. 
L'episodio in questione si intitola "Making Angels" e racconta di un uomo che uccide, con una speciale tossina, persone alle quali il futuro riserva dolore e morte. Così facendo, li libera dalla sofferenza. O almeno queste sono le sue intenzioni. Ma non è tanto il suo modus operandi ad essere interessante, quanto la sua capacità di vedere simultaneamente passato-presente-futuro. Proprio come gli Osservatori. Non è un veggente, né un sensitivo. E' un matematico. E il suo dono è frutto di una equazione. 





Ma ritorniamo all'aspetto più interessante dell'episodio. Astrid riceve la visita inaspettata di una persona...se stessa. L'altra se. Quella Astrid capace, nell'universo parallelo, di analizzare cifre, statistiche e percentuali come se fosse la cosa più semplice del mondo. Per riportarla a "casa" la sua divisione Fringe invia Olivia. L'altra Olivia. Sembra ingarbugliato, ma per chi segue la serie è tutto più chiaro. Scopriamo che l'altra Astrid ha attraversato il portale in seguito alla morte del padre, per poter chiedere all'altra sé del rapporto con il suo. Il confronto tra le due Astrid è molto interessante, a tratti commovente, e ci consente di conoscere un po' meglio questo personaggio. Un bel personaggio, pieno di sfaccettature e, ora, di un passato, di un presente, di relazioni...insomma di una vita.


francesco ambrosino