Parafrasando una celebre canzone degli 883, la regola dell'esordiente non sbaglia mai. Se al primo tentativo centri l'obiettivo ed ottieni titoli e riconoscimenti, dopo, quando arriva il momento di confermare quel talento, iniziano i problemi. E' quello che è successo, a mio avviso, a Diablo Cody, ex spogliarellista, ora sceneggiatrice di successo. Dopo aver scritto quel capolavoro del cinema moderno intitolato Juno, ha deluso con il mediocre Jennifer's Body. Ora, al terzo tentativo, non riesce ancora a convincere del tutto. La sua ultima fatica si intitola Young Adult, film diretto dal bravissimo Jason Reitman, alla seconda collaborazione con Diablo.
Young Adult è la storia di Mavis Gary (Charlize Theron, nda) una donna che non riesce a vivere nel presente. La sua mente è sempre rivolta al periodo del liceo, quando era la ragazza più bella e popolare della scuola ed era fidanzata con Buddy Slade (Patrick Wilson,nda), l'amore della sua vita. Mavis è la ghost writer di una serie di romanzi per adolescenti (gli Young Adult del titolo, nda), di grande successo ma in fase di chiusura. E' una donna sola, persa tra i suoi ricordi e l'alcol. Eppure ha tutto per essere felice. E' bella, giovane e scrive libri di succeso. Ma niente da fare, non ci riesce. Un giorno, però, riceve via mail l'invito al battesimo della figlia di Buddy e qualcosa scatta in lei. Si convince che il destino vuole farli tornare insieme, così ritorna nella cittadina di provincia dalla quale è scappata per riconquistare il suo primo amore.
Inizia così un viaggio nella memoria, che non sarà come aveva sperato. Perché quando vivi il presente pensando al passato, rendersi conto di non essere diventati come ci si immaginava può spaventare. E fare male.
Il film, nel complesso, non è male, merito della bravura del regista, al suo quarto film, di una buona dose di ironia, e di Charlize Theron, bravissima a trascinarci negli abissi della mente decisamente deviata del suo personaggio. La macchina da presa segue Mavis passo dopo passo, e sono pochissime le inquadrature nelle quali lei non c'è. Il film parla di lei, e del modo in cui gli altri si relazionano a lei. Interessante, sicuramente, è il personaggio di Matt Freehauf (Patton Oswalt, nda), ex compagno di liceo di Mavis che, all'epoca, fu violentemente pestato da alcuni ragazzi della scuola, riportando seri danni fisici. Durante il periodo della scuola Mavis non aveva mai nemmeno per sbaglio rivolto la parola a Matt; adesso, però, diventa il suo confessore. Il suo migliore amico. Il suo appiglio per non affondare.
Il film non mi ha pienamente convinto, principalmente per tre motivi; il primo, è la presenza di alcune scene assolutamente inutili, messe lì non si sa per quale motivo. Il secondo, è il ritmo troppo lento, diversamente dei film precedenti Reitman, che hanno invece come punto di forza proprio la scioltezza di racconto. Infine, l'elemento peggiore del film: Patrick Wilson, l'attore che interpreta Buddy. Ha una sola espressione per tutto il film, indipendentemente dalla emozione che sta provando. Ha fornito una pessima prova di recitazione, distruggendo un personaggio già debole di suo. Forse, con un attore capace il risultato sarebbe stato diverso. Voglio dire, non si può avere nella stessa scena una interprete eccellente come Charlize Theron, capace di rendere perfettamente il distacco di Mavis dalla realtà, e un cane come Wilson. Questa proprio non riesco a capirla.
Dopo capolavori come Thank You For Smoking, Juno e Tra le Nuvole, da Jason Reitman mi aspettavo decisamente di più. Ma forse sono io che chiedo troppo ad un regista che nel giro di pochi anni è riuscito ad entrare nella mia Top 5.
Guardate il film, e fatemi sapere.
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