Dopo il bellissimo episodio della settimana scorsa, Fringe ha visto un aumento degli ascolti che fa ben sperare i fan per una prossima stagione, ancora in dubbio.
La puntata sedici, andata in onda negli Usa venerdì scorso, segna un ritorno alle origini, graditissimo a chi, come il sottoscritto, segue la serie da sempre.
Ricordate il personaggio che si trasforma in un porcospino gigante su un aereo che si schianta al suolo nella prima stagione? E ricordate il nano gestore della libreria capace di recuperare qualsiasi tipo di volume segreto?
Se la risposta è no, andate a rivedere quella puntata. Se invece, come penso che sia, la risposta è si, allora preparatevi a quello che sembra quasi un sequel, ma in una timeline differente.
Olivia viene sollevata dal suo incarico a causa della sua condizione psicologica, e costretta a farsi seguire da una psicoanalista dell'FBI. Ma senza di lei, la Fringe Division non è in grado di fare nemmeno un passo, anche se non è in condizioni ottimali. Come dirà il colonnello Broyles verso a fine dell'episodio, Dunham al 60% rimane più capace del 90% del resto degli agenti operativi.
Un episodio non propriamente scoppiettante, se vogliamo più artigianale, sicuramente non bello come il precedente, ma che mostra una evoluzione nelle relazioni tra i personaggi, in particolare tra Peter e Walter, e pone nuove domande, soprattutto nel finale.
Mancano pochi episodi alla fine della serie, e sono ansioso di sapere come andrà a finire.
Adesso, godiamoci il promo del prossimo.
Nessun commento:
Posta un commento